Se si pensa ad una lingua povera di vocaboli, soprattutto nell’esprimere sentimenti ed emozioni, la memoria collettiva corre al tedesco, ma è solo nella lingua teutonica che esiste una parola, una soltanto, che da sola riesce a dare un nome all’irrequietezza di fondo dell’esploratore: “Fernweh”. Letteralmente, malinconia per posti in cui non si è mai stati. Una nostalgia di fondo per il viaggio, la scoperta, la ricerca, che è l’esatto opposto di “Heimweh”, che significa “malinconia di casa”. Entrambe, si compensano e si completano, come in una sorta di “Yin e Yang”.