Ecco. Io oggi ho realizzato una cosa. Che lo scrittore moderno non è tanto quello che ha una storia da scrivere, un pensiero da raccontare, un evento particolare da condividere con la pluralità. Quello ormai è un compito che assolvono i social network che dopo anni di tecnologia parlata, ci hanno relegato ad una tastiera a scrivere post più o meno sgrammaticati.
Il vero scrittore di oggi è quello che riesce a vendere un milione di copie ancora prima che il libro si possa trovare in libreria. Quello che ha già tutta un’agenda piena di appuntamenti per presentarlo e che tutti aspettano con ansia anche se è un’opera prima di uno sconosciuto. Ecco, lo scrittore moderno è uno che anticipa i tempi, compresi quelli della stampa, talvolta anche delle idee, visto che è già nato un festival in cui gli autori raccontano un libro che ancora stanno pensando.
Allora penso che presto ci sarà un premio dedicato a questi autori, un premio che verrà consegnato sulla fiducia che sappiano scrivere un libro da un milione di copie.
Però penso anche che in Italia, visto che io sono uno che legge e che non compra tanti dei libri che sono titolati con un milione in copertina e allora mi chiedo anche perché facciano delle ristampe di tiratura molto piccola se a volte sono già alla terza prima ancora di essere disponibile la prima, leggere sia una forma di reato, in cui l’opinione pubblica ti guarda male se tu apri un libro quando sei in metro, sul treno o anche in un parco e che tutti amino chiudersi nei bagni al lavoro o appena arrivano in casa per mettersi a leggere, di nascosto, magari scrivendo di essere al bar, a correre, a sfornare cup-cake, mentre invece si sta cacciando Moby Dick con il Capitano Achab e il suo equipaggio, scalando il Kilimangiaro con Hemingway o visitando casa Buendia.