Ieri doveva uscire un post su questo blog. Un post che doveva parlare della meravigliosa giornata che abbiamo passato lunedì all’Europarlamento. Dell’ambiente giovane, allegro, pieno di speranza che è la sede dell’istituzione a Bruxelles.
Di quanto ci eravamo divertiti ad allestire le meravigliose 21 fotografie che avrete già sicuramente visto. Delgli accostamenti, delle scelte cromatiche, di un puzzle che dai fondali del nostro mar ligure era finito lì, appeso, nel cuore dell’Europa istituzionale nel miglior spazio possibile.
Delle risate fatte con Cristiano, Costanza, Matteo, Jessica, Renata, con i quali abbiamo attraversato sale, uffici e con i quali abbiamo imparato parte del duro lavoro che viene fatto quotidianamente “laggiù in Europa”.
Di quante persone si erano fermate a vedere la mostra, a chiedere informazioni, a domandare quali specie fossero e a mandare i complimenti ai fotografi.
I fotografi che, come me, erano emozionati, felici e che hanno condiviso passo per passo quello che noi postavamo e che hanno gioito con noi del successo che abbiamo raggiunto.
Ieri mattina era al telefono proprio con Ilaria, le raccontavo di tutto questo e di quanto fossimo stanchi dopo essere rientrati tardissimo, quando alla radio sento della prima bomba. E tutto cambia.
Ma penso anche che non dobbiamo lasciarci sconfiggere da quanto avvenuto e che sia giusto, in parte, parlare anche di quello che è stato.
E penso soprattutto una cosa, che oggi…quando nel Parlamento gli stegisti, i funzionari, gli impiegati, i deputati, gli assistenti e anche i visitatori, si sono trovati chiusi per sicurezza per diverse ore, che le nostre foto siano state per loro un piccolo conforto e diversivo da quanto avveniva a poche centinaia di metri.
Allora grazie Ilaria (Gonelli), Alberto (Romeo), Alberto (Gallucci), Francesco (Pacienza), ma anche agli sponsor: Haven Diving Center, Only One Apnea Center, La Tribù Diving Academy e Emozioni e Carson per il supporto tecnico.